Gli ultimi giorni di quiete

Una mattina qualunque, per caso, Nora riconosce un volto in treno. È la persona che le ha distrutto la vita. Lei e il marito Pasquale sono i proprietari a Pescara di una avviata tabaccheria. E proprio in questa sei anni prima nel corso di una rapina un ladro ha ucciso il loro unico figlio Corrado. Nora non può credere che il carnefice di un ragazzo innocente – del loro ragazzo innocente! – possa essere libero dopo così poco tempo. Non può credere che la vita di suo figlio valga tanto poco. Ma è così, tra la condanna per un omicidio preterintenzionale e i benefici carcerari. Da questo momento Nora e Pasquale non riescono a continuare a vivere senza ottenere una loro giustizia riparatrice. Il marito cerca la via più breve e immediata. Nora, invece, dopo una difficile ricerca per stanare l’uomo, elabora un piano più raffinato. Paolo Dainese, però, l’omicida, si è sforzato per rifarsi una vita e, annaspando, sta riuscendo a rimettersi a galla.

Da anni Antonio Manzini aveva in mente questa storia, tratta da un fatto vero. E ha voluto scrivere non un romanzo a tesi, ma un romanzo psicologico su tre anime e su come esse reagiscono di fronte a un’alternativa morale priva di una risposta sicura. E leggendo queste pagine si resta disorientati, non solo perché l’autore ha scritto una storia diversa dalle sue trame che ci sono più famigliari, ma soprattutto perché è riuscito a raccontare, dentro gli intrecci propri di chi è maestro di storie, l’impossibilità di farsi un giudizio netto. Impossibilità di chi legge, e di chi scrive; ma anche dei personaggi che vivono la vicenda. Questi possono scegliere (e le loro scelte sono diverse) ma perché costretti a farlo, così come la vita costringe. Questa specie di cortocircuito, tra ragione e vita, è il dubbio etico che Manzini esplora in tutto il suo spazio.


Antonio Manzini è nato a Roma nel 1964.
È attore, sceneggiatore e scrittore. Si diploma all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico di Roma nel 1988.
Ha firmato sceneggiature per Alex Infascelli (Il siero della vanità, 2004) e Gabriele Salvatores (Come Dio comanda, 2008).
È autore televisivo de Il delitto di Via poma (regia di Roberto Faenza), numerosi episodi di Squadra Antimafia e Il XII apostolo.
È stato editor e sceneggiatore della serie Benvenuti a tavola 2 e di Buscetta boss dei due mondi.
Nel 2016 ha diretto il suo primo film Cristian e Palletta contro tutti. Nel 2005 ha pubblicato il suo primo romanzo: Sangue Marcio (Fazi editore), seguito da La giostra dei criceti (Einaudi, 2007, riedito da Sellerio, 2017) e dai racconti: Il mio tesoro e Giochiamo, con Niccolò Ammaniti (editi in Crimini e in Il momento è delicato, Einaudi). Per Chiarelettere ha pubblicato Orfani bianchi (2016).
Per Sellerio ha pubblicato i romanzi della fortunata serie del vice questore Rocco Schiavone: Pista nera (2013), La costola di Adamo (2014), Non è stagione (2014), Era di maggio (2015) e 7-7-2007 (2016), Cinque indagini romane per Rocco Schiavone (2016), Pulvis et umbra (2017), Fate il vostro gioco (2018), Rien ne va plus (2019), Ah l’amore l’amore (2020) Vecchie conoscenze (2021) e Le ossa parlano (2022). Da questi romanzi è tratta la serie televisiva Rocco Schiavone, in onda su Rai 2 da novembre 2016, di cui Antonio Manzini è sceneggiatore insieme a Maurizio Careddu.
Sempre per Sellerio ha pubblicato Sull’orlo del precipizio (2015), diversi racconti raccolti poi nell’antologia L’anello mancante (2018), Ogni riferimento è puramente casuale (2019), Gli ultimi giorni di quiete (2020), La mala erba (2022), ELP (2023) e Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Sud America? (2023).


Il suo ultimo romanzo è Tutti i Particolari in Cronaca (Mondadori, 2024).

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