Una donna picchiata dal marito, una violenza domestica negata dalla vittima, il copione che troppo spesso precede un omicidio. Il corpo che viene rinvenuto nel bosco invece è quello del marito, Roberto Novailloz, un colpo in testa ed ecchimosi al volto, è stato pestato per bene prima di essere ucciso. Lo sostiene Michela Gambino ma Rocco Schiavone lo sa già perché nel colloquio a quattr’occhi con l’uomo non è riuscito a trattenersi.
Le indagini sull’omicidio partono veloci, si cerca la macchina che Novailloz guidava la sera del delitto e che non si trova, un’auto di proprietà della Bulleri srl, una società apparentemente pulita ma con proprietari nervosi e reticenti. Nel frattempo, anche nella Valle iniziano le manifestazioni ecologiste sulla scia di quelle che si verificano in tutta Italia, gesti dimostrativi, galline liberate in autostrada, mucche lasciate a pascolare a piazza delle Erbe. Solo che le proteste ambientaliste in Val d’Aosta assumono contorni inquietanti perché cariche di una violenza che i ragazzi dell’ELP, Esercito di Liberazione del Pianeta, non conosce e ripudia. Prima una aggressione in un bar, poi una busta al tritolo in una fabbrica di pellami, una esplosione che uccide il proprietario, Simone Ferrazzi. Rocco alla pista dell’ELP non crede, né alle rivendicazioni che gli suonano false, e inizia una indagine controcorrente, fra le pieghe familiari della vittima. A dargli una mano Furio e Brizio capitati non troppo per caso ad Aosta, e Caterina. Come sempre il vicequestore coniuga perquisizioni e appostamenti con l’indagine nelle meschinità degli uomini, fruga fra le ragioni insulse che portano a uccidere, disincantato, rabbioso, ma incredibilmente lucido. Intorno a lui la squadra che si muove all’unisono, Fumagalli e la Gambino sempre determinanti (e in procinto di sposarsi), D’Intino alle prese con una vecchia fiamma di Mozzagrogna, Sandra Buccellato che non dimentica, e naturalmente Marina che non è un’illusione.
Antonio Manzini è nato a Roma nel 1964.
È attore, sceneggiatore e scrittore. Si diploma all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico di Roma nel 1988.
Ha firmato sceneggiature per Alex Infascelli (Il siero della vanità, 2004) e Gabriele Salvatores (Come Dio comanda, 2008).
È autore televisivo de Il delitto di Via poma (regia di Roberto Faenza), numerosi episodi di Squadra Antimafia e Il XII apostolo.
È stato editor e sceneggiatore della serie Benvenuti a tavola 2 e di Buscetta boss dei due mondi.
Nel 2016 ha diretto il suo primo film Cristian e Palletta contro tutti. Nel 2005 ha pubblicato il suo primo romanzo: Sangue Marcio (Fazi editore), seguito da La giostra dei criceti (Einaudi, 2007, riedito da Sellerio, 2017) e dai racconti: Il mio tesoro e Giochiamo, con Niccolò Ammaniti (editi in Crimini e in Il momento è delicato, Einaudi). Per Chiarelettere ha pubblicato Orfani bianchi (2016).
Per Sellerio ha pubblicato i romanzi della fortunata serie del vice questore Rocco Schiavone: Pista nera (2013), La costola di Adamo (2014), Non è stagione (2014), Era di maggio (2015) e 7-7-2007 (2016), Cinque indagini romane per Rocco Schiavone (2016), Pulvis et umbra (2017), Fate il vostro gioco (2018), Rien ne va plus (2019), Ah l’amore l’amore (2020) Vecchie conoscenze (2021) e Le ossa parlano (2022). Da questi romanzi è tratta la serie televisiva Rocco Schiavone, in onda su Rai 2 da novembre 2016, di cui Antonio Manzini è sceneggiatore insieme a Maurizio Careddu.
Sempre per Sellerio ha pubblicato Sull’orlo del precipizio (2015), diversi racconti raccolti poi nell’antologia L’anello mancante (2018), Ogni riferimento è puramente casuale (2019), Gli ultimi giorni di quiete (2020), La mala erba (2022), ELP (2023) e Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Sud America? (2023).
Il suo ultimo romanzo è Tutti i Particolari in Cronaca (Mondadori, 2024).