Aprire un cassetto, una scatolina rossa, una bella cassapanca coi piedi di leone, un’angoliera – tutti oggetti che stavano nella vecchia casa di famiglia – e trovarci dentro “un richiamo come all’indietro”. Un richiamo a un passato ricevuto in eredità ma di cui il cinquantenne Ugo ha solo pochi ricordi: la casa di Guzzano, un tempo piena di vita ma già vuota dopo la sua nascita, già solamente casa di vacanze, e poi la zia Bruna, la zia Maria, la zia Fila, il nonno, lo zio Renato, lo zio Arrigo…
Di fronte a questo vuoto, a questo buco impossibile da riempire ma che è ormai necessario attraversare, Ugo non può che inventarsi il proprio modo per creare “un piccolo centro d’ordine in mezzo alle forze del caos”. E il modo che si inventa è raccontare. Allora ecco che dal passato sorgono frammenti, piccole avventure, le corse in macchina con il nonno, l’aia di notte, il favo dei calabroni nel sottotetto, l’amore alla falsa diga del Limentra, visi in penombra, frasi che ritornano, che non si è mai finito, sembra ieri, forza e coraggio. Ma soprattutto emozioni, piccole angosce, malinconie, un po’ di sollievo. Sennonché chi racconta ha l’abitudine di evitare, di scantonare, di “slaterare”, perciò alle emozioni sigillate dentro a quei cassetti antichi arriva piano e slaterando, appunto, parlando di chi ha conosciuto appena per arrivare infine alla perdita dei genitori: allo smantellamento degli affetti più cari. “E altri smantellamenti ci saranno ancora, nell’universale e continuo smantellamento di tutte le cose.”
Con una comicità intrisa di nostalgia, Ugo Cornia affronta il “mistero grande delle emozioni” attraverso un romanzo nutrito di scarti spiazzanti e docili riprese, restituendoci le contraddizioni e le seducenti insensatezze del nostro mondo interiore.
Ugo Cornia è nato a Carpi nel 1965.
Laureato in filosofia a Bologna, è insegnante di lettere in una scuola superiore di Modena.
Ha cominciato a pubblicare sulla rivista Il semplice (1995-1997), a cura di Gianni Celati, Ermanno Cavazzoni e Daniele Benati.
Suoi racconti sono anche apparsi su altre riviste, come Il Caffè illustrato, Diario, L’Accalappiacani. Ha collaborato con La Gazzetta di Modena. Esordisce con Sellerio nel 1999 con Sulla felicità a oltranza, a cui segue Quasi amore (Sellerio, 2001), Roma (Sellerio, 2004), Le pratiche del disgusto (Sellerio, 2007), Le storie di mia zia (Feltrinelli, 2008) e Sulle tristezze e i ragionamenti (Quodlibet, 2008).
Nel 2009 ha pubblicato col pittore Giuliano Della Casa il volume Modena è piccolissima.
Più recenti sono gli scritti: Operette ipotetiche (Quodlibet, 2010), Autobiografia della mia infanzia (Topipittori, 2010), Il professionale. Avventure scolastiche (Feltrinelli, 2012), Scritti di impegno incivile (Quodlibet, 2013), Animali: (topi gatti cani e mia sorella) (Feltrinelli, 2014), Sono socievole fino all’eccesso. Vita di Montaigne (Marcos y Marcos, 2015), Buchi (Feltrinelli, 2016) e Favole da riformatorio (Feltrinelli, 2019).
Ha vinto il Premio Bergamo, il Premio Nazionale letterario Pisa per la sezione Narrativa e il Premio Frignano.
Nel 2022 torna in libreria con Sulla felicità a oltranza (La nave di Teseo).