Autoritratti è un progetto di arte partecipativa che chiama in causa inconscio e letteratura. Nel 2018 Tommaso Spazzini Villa coinvolge oltre 361 detenuti di diverse carceri italiane, affidando ad ognuno di loro una pagina diversa da una copia dell’Odissea di Omero. Sul singolo foglio ogni partecipante è inviato a intervenire con sottolineature e commenti, evidenziando parole così da comporre frasi di senso compiuto, rappresentative del detenuto o del suo stato d’animo. Il testo omerico si trasforma così in una sorta di fondale di scena, dove i veri attori in campo sono i partecipanti e lo spazio di espressione che viene loro messo a disposizione per tracciare il proprio “autoritratto”. Il presente volume restituisce la copia dell’Odissea, ricomposta dall’artista, una volta conclusosi il progetto; ne emerge una sorta di meta-testo, che dà voce all’inconscio e al vissuto personale dei partecipanti, in grado di parlare del profondo di queste persone, e della loro condizione di privazione e limitazione della libertà. Accompagnano il volume un testo di Matteo Nucci e uno di Saverio Verini.
Tommaso Spazzini Villa (Milano, 1986) vive e lavora a Roma. È laureato in Storia dell’arte all’Università degli Studi Sapienza di Roma. Durante gli studi ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Roma, concentrandosi sulla tecnica del disegno e della pittura. Nel 2022 ha partecipato a Una Boccata d’Arte, progetto di arte pubblica promosso dalla Fondazione Elpis, Milano, curato da Bruno Barsanti in collaborazione con Galleria Continua. Sempre nel 2022 ha partecipato alla doppia personale La Fortuna della Fragilità presso la Galleria Mattia De Luca di Roma. È stato finalista del 17° Premio Cairo e due volte del Talent Prize (2015 e 2023). Le opere di Tommaso Spazzini Villa sono presenti in collezioni pubbliche e private, tra cui il Philadelphia Museum of Art, che nel 2019 ha acquisito un suo lavoro della serie Ombre.