Simone Lenzi

Simone Lenzi è nato a Livorno nel 1968.
Ha studiato Filosofia all’Università di Pisa. Dal 1990 canta e scrive testi per i Virginiana Miller, con cui realizza sei dischi considerati fra i migliori del panorama indie italiano e vince il David di Donatello 2012 – 2013 con il brano Tutti i Santi Giorni. Ha tradotto, con Simone Marchesi, il primo libro degli Epigrammi di Marziale (2008) e Un’America di Robert Pinsky (2009).
Dal suo romanzo d’esordio, La Generazione (Dalai, 2012), Paolo Virzì ha tratto il film Tutti i Santi Giorni. Nel 2013 pubblica Sul Lungomai di Livorno (Laterza editore) con il quale vince il premio speciale Città della Satira 2014. Ha scritto inoltre Mali Minori (Laterza, 2014) e Per il verso giusto (Marsilio, 2017).
In Esilio (Rizzoli, 2018) è il suo ultimo romanzo.


In esilio

Per il verso giusto

Ogni famiglia ha un quarto di sangue oscuro, si tramanda di generazione in generazione. Chi pure abbia trovato pace e serenità deve sapere che il quarto di sangue oscuro gli scorre nelle vene e basta poco perché torni a reclamare il diritto ereditario sulla sorte di ogni uomo. Ne è convinto il protagonista di questa storia, un cinquantenne livornese che, con la moglie, decide di ritirarsi in campagna per stare lontano da una società in cui non si ritrova più. D’altronde, quando ripercorre la vita dei suoi parenti favolosamente eccentrici, come il Cugino L., in piedi dietro al bancone del bar dalle sei del mattino fino a mezzanotte, a servire clienti con i quali non ha mai scambiato una parola perché “non aveva niente da dire”, o il Cugino S., fuggito dal seminario per chiudersi in una stanza senza cibo né alcun tipo di conforto, ne è certo: la stranezza attraversa i rami dell’albero genealogico della sua famiglia. Non c’è da stupirsi, quindi, che a lui sia riservata la fine che sta facendo, in esilio, lontano da tutti. Simone Lenzi ci conduce nelle stanze intime della memoria, dove si celano i segreti dell’esistenza. Abile ritrattista di tipi umani, con colori accesi e sfumature intense scava nella quotidianità di tre generazioni, scardinando i paradigmi della letteratura contemporanea.

«Questo autore di grande talento non sta forse portando avanti una riflessione malinconica sull’aspirazione e la sconfitta quotidiana?» – Teresa Ciabatti

Tutte le canzoni sono canzoni d’amore (anche quelle che non lo sono); tutte le canzoni sono canzoni politiche (anche quelle che non si impegnano); tutte le canzoni sono orecchiabili (anche quelle che quando le sentiva tuo nonno si affacciava in cameretta e scuoteva la testa: «Ma che robaccia è?»): Simone Lenzi parte da qui e tra pentagrammi, parole e grandi nomi della musica italiana e internazionale – da Gino Paoli a Franco Battiato, dai Beatles ai Rolling Stones – ci invita a entrare nel grande laboratorio della canzone popolare e a scoprirne il dietro le quinte. Questo libro è pensato anche per chi non conosce la grammatica della musica e il solfeggio: si può guardare a un pentagramma come si guarda a un bel paesaggio, leggendo le note come fossero i contorni di una montagna o le onde del mare.

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